Firenze

L'incredibile viaggio della stele greca rubata

Ritrovata in Turchia, trafugata nel 1987 e poi recuperata a Prato è stata ora restituita all’ambasciata
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Riportata alla luce in Turchia dopo 1.700 anni, trafugata da un trafficante di antichità intorno al 1987 e ritrovata per caso a Prato, dov'era arrivata passando per Zurigo, Londra e Arezzo. E poi, ieri mattina, restituita all'ambasciatore turco al termine di una lunga battaglia giudiziaria. È l'incredibile viaggio lungo 17 secoli compiuto da una preziosa stele in marmo datata terzo secolo dopo Cristo. Un manufatto tutto sommato piccolo, 50 centimetri per 30, ma di inestimabile pregio storico e grande valore economico: almeno 2 milioni e mezzo di euro, secondo i carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Firenze che ne hanno curato la riconsegna.

La stele, su cui corrono iscrizioni in lingua greca dedicate al dio Apollo, era stata rinvenuta a metà degli anni '80 nell'antica regione della Lidia, tra le odierne province turche di Manisa e Smirne, non lontano dalla costa mediterranea. Subito identificata come un oggetto più unico che raro, fu rubata da un trafficante turco, arrestato in Germania nel '98 con mandato di cattura internazionale. Ma la stele, a quel punto, era già altrove: nel 1987 compariva nel catalogo di una galleria antiquaria di Zurigo. E pochi anni dopo, nel '93, veniva battuta all'incanto da una casa d'aste londinese, presentata come una "lapide funeraria romana". Ad aggiudicarsela - per la modica cifra di 1.800 sterline - fu un antiquario di Arezzo. Nel 1995, infine, durante una perquisizione scattata per un'inchiesta di usura, il prezioso manufatto saltò fuori per caso a casa di un commerciante pratese.

È a questo punto che scatta il sequestro dei carabinieri, che avviano un'indagine con la Soprintendenza archeologica della Toscana per comprendere la provenienza del reperto. Un pezzo unico, confermano le autorità turche, che chiedono la restituzione. Il suo ultimo proprietario però si oppone: nasce una contesa giudiziaria internazionale che dura fino al 2019, quando la Corte d'appello civile di Firenze stabilisce la riconsegna alla Turchia (previo indennizzo al commerciante pratese di 23 mila euro). Ieri la cerimonia, alla presenza del comandante dei carabinieri del nucleo patrimonio culturale Claudio Mauti e dell'ambasciatore turco Murat Salim Esenli.