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Bonini (Cgil): il nuovo modello Milano passa dal sociale, serve nuovo Welfare
Massimo Bonini

Bonini (Cgil): il nuovo modello Milano passa dal sociale, serve un nuovo Welfare

 

IMPRESE-LAVORO.COM - Milano - Oggi la Fondazione Welfare Ambrosiano ha presentato il progetto “Credito Solidale 2.0”, che consente a famiglie e lavoratori in difficoltà di ottenere un credito a costo zero, sino ad un massimo di 10mila euro. Protagonisti dell’iniziativa, col comune di Milano, la Camera di commercio e le organizzazioni sindacali. “Bisogna intervenire non solo con gli strumenti tradizionali del sindacato ma anche con formule alternative – spiega Massimo Bonini, segretario della Cgil milanese - e la Fondazione Welfare offre qualcosa in più, è un modo concreto di dare aiuto alle persone che hanno bisogno. In un’epoca dove il salario non è più sufficiente per avere una vita dignitosa alcuni strumenti di accompagnamento ci devono essere”. Proprio oggi l’Istat ha messo in evidenza che le povertà, nell’anno del Covid, sono cresciute in modo esponenziale più a Nord che a Sud del paese. E anche Milano soffre. “Il Modello Expo appartiene al passato. La pandemia segna il confine tra il post Expo e qualcosa che deve essere necessariamente diverso. Expo ha fatto bene – spiega il segretario della Cgil - ha portato Milano al centro di interessi internazionali, è stato un volano utilissimo, per il lavoro e gli investimenti. Ora però la pandemia ci dice che dobbiamo cambiare marcia. Un mercato del lavoro che cambia con rapporti meno stabili sono tutte dinamiche avevamo visto già prima. Ora dobbiamo concentrarci sul mondo del lavoro che cambia”. Ma cosa serve per cambiare rotta? “Serve ad esempio un sistema di welfare davvero efficace, che affronti i problemi anche sociali. Penso che il nuovo modello Milano passi da un forte investimento sul sociale. Tante cose le può fare Milano ma abbiamo bisogno anche della Regione e del Governo. Penso alla riorganizzazione del sistema sanitario: stare vicino ai bisogni delle persone vuol dire ricostruire anche i presidi socio sanitari nei quartieri, con i medici ma anche con l’assistenza dei consultori. Vanno riconnessi i bisogni delle persone. Anche il tema dell’istruzione ha bisogno di investimenti. Altrimenti sono destinate a tornare tensioni e paure e le persone rischiano di sentirsi abbandonate a sé stesse”, conclude Bonini.

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