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Respirare aria pulita: perché fa bene alla salute

Fin da piccoli ci si abitua all’idea che l’aria pura fa bene: che si tratti di aria di montagna o di quella del mare, respirare a pieni polmoni è una sensazione di reale beneficio psichico-fisico.

Oggi come oggi, al di là delle questioni legate all’altitudine o alle influenze del mare, ciò che più conta è respirare aria pulita, priva di inquinamento e libera dagli allergeni. Diventa sempre più difficile, però, trovare luoghi dove si possa essere certi che i livelli di inquinamento siano bassi.

Quotidianamente ci si trova di fronte al fatto che molte città superano i livelli di inquinamento considerati pericolosi per la salute con relative restrizioni al traffico.

Secondo i dati dell’OMS del 2018, oltre l’80% della popolazione mondiale vive in aree urbane in cui i livelli di inquinamento sono superiori ai limiti. In particolare, le metropoli dei paesi più poveri sarebbero quelle più esposte alla presenza di inquinanti. Se si parla poi di particelle sottili, i dati dell’OMS sono ancora più impressionanti, in quanto la percentuale di persone che vivono in aree che superano i limiti salgono al 92%.

Le sostanze che inquinano l’aria e i loro effetti sulla salute

Gli inquinanti presenti nell’aria sono parecchi e di diverso tipo, anche se spesso si tende a confonderli tra di loro.

Polveri sottili o particolato.

Si tratta di sostanze molto piccole, con un diametro inferiore al mezzo millimetro che, proprio per la loro ridotta dimensione rimangono nell’aria e vengono respirate. Possono essere solide o liquide e sono di possono essere naturali o conseguenza delle attività umane.

Tra le polveri sottili naturali ci sono, per esempio, pollini e polvere, mentre tra quelle prodotte dall’attività umana ci sono sostanze di derivazione industriale, dalla combustione per il riscaldamento e di quella dei motori delle automobili.

Più il particolato ha dimensioni ridotte, più possono essere gravi le conseguenze per la salute, in quanto sono in grado di penetrare nel nostro organismo e, in alcuni casi, creare allergie, irritazioni o tossicità.

Il particolato con un diametro inferiore ai 10 micrometri può essere respirato, di conseguenza oltre a naso e faringe, può raggiungere bronchi e polmoni, causando problemi respiratori. Quello invece con un diametro inferiore ai 2,5 micrometri può addirittura raggiungere il sistema circolatorio, con conseguenze ancora più gravi. Dal rapporto sulla qualità dell’aria risulta che nel 2014 ben 428000 persone sono morte a causa delle concentrazioni di particolato 2,5 (PM2.5) in 41 paesi del mondo.

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Monossido di carbonio e anidride carbonica.

Sono due composti del carbonio e sono particolarmente pericolosi, sebbene di origine diversa. Il monossido di carbonio è molto tossico e rimane nell’atmosfera per circa 30 giorni, con conseguenze letali per l’essere umano se respirato in grandi quantità e capace di creare miscele esplosive. Viene prodotto sia per cause naturali, come incendi ed eruzioni vulcaniche, sia in seguito ad attività umane industriali o dal riscaldamento e dal traffico.

L’anidride carbonica, invece, ha effetti nocivi in relazione al riscaldamento globale, a cui contribuisce tramite l’effetto serra di cui è una delle cause principali.

Altri tipi di inquinanti.

Tra gli altri tipi di inquinanti hanno particolare importanza gli ossidi di azoto, monossido e biossido, prodotti dalla combustione dei motori diesel, dalle centrali termoelettriche e dal riscaldamento domestico.

Il biossido di azoto è molto più pericoloso per la salute rispetto al monossido e ha effetti tossici che riguardano infiammazione delle mucose e problemi respiratori. In caso di esposizione prolungata possono verificarsi alterazioni polmonari e aumento del rischio di patologie batteriche a carico dell’apparato respiratorio.

Il riscaldamento domestico, traffico e attività industriale sono poi alla base di produzione di benzene, idrocarburi e piombo, con effetti potenzialmente cancerogeni per la salute.

Perché l’aria pulita aiuta la salute.

Mediamente un adulto respira tra i 6 e i 9 litri di aria al minuto, mentre quanto svolge attività fisica ne respira circa 60, fino a raggiungerne persino i 130 durante un’attività intensa.

Per questo è molto importante che quello che viene introdotto nei polmoni e, in generale nel corpo, non sia nocivo per l’organismo stesso.

Sia in casa sia all’esterno la qualità dell’aria è molto importante per il benessere dell’individuo.

L’aria è composta prevalentemente da ossigeno e azoto, a cui però si aggiungono tutte le altre sostanze o particelle che possono raggiungere i nostri polmoni.  Nell’aria è presente circa il 21% di ossigeno, che sarebbe il livello ottimale per il sistema respiratorio umano, tanto più che sotto il 17% l’essere umano non è in grado di respirare.

Tuttavia, la composizione dell’aria varia continuamente, a causa della presenza di altri gas e particelle e delle reazioni chimiche che hanno tra di loro, anche in relazione al calore solare. Tentare di mantenere i livelli di inquinanti sotto una certa soglia è di fondamentale importanza per la salute collettiva e i blocchi del traffico o misure analoghe vanno in quella direzione.

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La qualità dell’aria nell’ambiente domestico.

Anche nell’ambiente domestico è importante avere cura della qualità dell’aria. In ambienti chiusi, per esempio, circola troppa anidride carbonica: di conseguenza, è opportuno cambiare l’aria di frequente. Sembrerebbe, infatti, che un ricircolo frequente aiuti a diminuire i livelli di CO2 fino al 50%.

Un’altra sostanza nocive che può essere presente nelle abitazioni, soprattutto nella stagione invernale, è il monossido di carbonio, prodotto dalla combustione incompleta dei fornelli o di stufe a gas.  

Inoltre, possono essere presenti allergeni, oltre al fatto che si possono formare muffe e batteri, soprattutto in presenza di ambienti umidi. Il livello di umidità ideale negli ambienti è compreso tra il 40 e il 60%: all’aumentare della temperatura l’umidità dovrebbe scendere e viceversa. Nel caso in cui l’umidità sia eccessiva, si può appunto generare una proliferazione eccessiva di muffe, funghi e batteri, mentre un clima troppo asciutto può provocare secchezza delle mucose e, di conseguenza, esporre a infiammazioni e allergie.

L’uso di sistemi che registrano e mantengono nel giusto equilibrio l’umidità può essere la soluzione ideale per proteggere la salute di tutti i componenti del nucleo famigliare.    

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